
LILITH - IX X
IX
Levante. L’ascesa che mi porta al monte.
Il ponte gettato fra me e il nulla.
La nebbia.
O una lieve caligine,
una vertigine quando mi accogli
nella fatica del silenzio
e sento d’essere un diamante
che cerca un raggio di luce
e tu mi dici:
dormi, dormi, piccola ancella del buio.
Fammi entrare nel sogno della montagna,
fammi scalare senza fiato fino a che
nel petto aperto m’entri
la terra, il sasso, la sabbia.
Il profumo della madre su cui inarchi le reni,
raccogli i tuoi capelli nel vortice
che diventa la sfera imperfetta di Lilith.
Dormi e sognami.
Se tu mi sogni io esisto.
Se tu mi sogni io mi sveglio amandoti
​
X
Perché amandoti,
amandoti e ancora amandoti
nasco
dal buco profondo dell’universo.
Nasco e tento il piccolo volo
che ha nome meraviglia,
apro la conchiglia del mondo,
tento il sentiero stretto
del tuo sguardo ed ecco,
dal buio della notte, conosco la scintilla,
la custodisco tra i palmi e fra i tuoi seni.
Tu allora chiami il vento
e dalla scintilla esplosa dipingi arcobaleni.


